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Al chiaro di luna nei giardini dei pianeti

Graz, autunno 1673: Palazzo Eggenberg è una splendida magione costruito dalla nobile famiglia dello stesso nome a partire dal 1625, quando il principe Hans Ulrich Eggenberg viene nominato Governatore dell’Austria Interiore. La dinastia vive un momento e un onore unici: l’imperatore Leopoldo I, in occasione del suo matrimonio con l’arciduchessa Claudia Felicitas del Tirolo, ha scelto la dimora per il soggiorno della futura sposa e della madre di lei, Anna de’ Medici. La cerimonia nuziale si terrà infatti il 15 ottobre a Graz nella Hofkirche, A ospitare le illustri ospiti e la loro corte è il giovane principe Johann Seyfried. Dopo essere state accolte dalla scritta AVE CLAUDIA IMPERATRIX, ancora oggi visibile sul portale d’ingresso, la sposa e il suo seguito prendono alloggio al piano nobile, magnificamente arredato. Il giorno delle nozze un corteo di oltre 90 carrozze, ognuna trainata da sei cavalli, accompagna l’arciduchessa in città, al suono di trombe e tamburi. Lo spettacolo grandioso è seguito da due settimane di feste e solo il 3 novembre la corte fa ritorno a Vienna. Nel 1765 un’altra visita imperiale, quella di Maria Teresa e il consorte Francesco Stefano di Lorena con gli arciduchi Joseph e Leopold, onorerà nuovamente il castello, inaugurandone i nuovi giardini.

La dinastia degli Eggenberg si è estinta da molto tempo, ma rimane il suo straordinario palazzo. Patrimonio UNESCO, insieme al centro storico di Graz, riflette il concetto di armonia cosmica. Così gli angoli dell’edificio sono rivolti ai quattro punti cardinali, rimandando pure alle quattro stagioni e ai quattro elementi, e i suoi lati corrispondono ai momenti della giornata, mattino, mezzogiorno, sera e notte. I numeri con il loro simbolismo governano l’architettura: se 365, come i giorni dell’anno, sono le finestre, 52 di queste, pari alle settimane di un anno, si trovano al piano nobile; ogni piano ha 31 stanze, corrispondenti ai giorni di un mese. Nelle stanze al piano nobile, rimaste quasi immutate dal XVII secolo con arredi, arazzi e decorazioni, quella dei Pianeti appare la sontuosa sintesi della concezione di questo luogo-compendio dell’Universo. Le pitture rappresentano temi astrologici, simbolismo dei numeri e mitologia della dinastia Eggenberg, collegando i dodici segni zodiacali, gli elementi e le costellazioni con i sei pianeti allora conosciuti. L’insieme è uno dei più affascinanti capolavori del primo barocco, non solo in Austria, ma in tutta l’Europa centrale.

Giardini perduti, giardini ritrovati

Così come la storia del palazzo, anche quella dei suoi giardini è affascinante: in origine giardino all’italiana, poi giardino formale alla francese, nell’ ottocento l’ampio parco viene trasformato in giardino romantico all’inglese, dove la natura poteva essere “libera”. Ed è così che ancora oggi si può ancora ammirare; raggiunge uno dei momenti più belli nel mese di giugno, quando fioriscono centinaia di rose antiche che spandono il loro profumi e creano un contrasto pittoresco fra le loro fioriture colorate e il verde intenso delle conifere vicine.

Ispirandosi alla storia del palazzo, da qualche anno è stato creato un contemporaneo “Giardino dei pianeti”: La progettista, Helga Maria Tornquist, ha così assunto il difficile compito di creare un giardino che si adattasse alla qualità dell'insieme storico e allo stesso tempo fosse un'opera d'arte a sé stante. Il progetto stabilisce una connessione con il contesto storico del palazzo e allo stesso tempo dà al nuovo giardino il suo carattere inconfondibile, riprendendo la “firma” dei pianeti.

Nell’ambito del Festival Styriarte, le atmosfere di Schloss Eggenberg si faranno ancora più magiche in occasione della serata del 22 giugno, la prima luna piena dell’estate. Il pubblico potrà perlustrare il parco al suono di composizioni musicali a tema notturno di Wolfgang Amadeus Mozart, Glenn Miller e Francisco Tárrega, finché non si riunirà nella Sala dei Pianeti per ascoltare i più bei canti a tema lunare del periodo romantico, con musiche di Franz Schubert, Robert Schumann e altri.

Palazzo di Eggenberg (c) Graz Tourismus, Harry Schiffer
Palazzo di Eggenberg (c) Graz Tourismus, Harry Schiffer
Palazzo di Eggenberg (c) Graz Tourismus, Harry Schiffer
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